Ti presentiamo Nadia, l'artefice dietro a Nuno Milano

Ti presentiamo Nadia, l'artefice dietro a Nuno Milano

Abbiamo fatto qualche domanda a Nadia, che ci ha raccontato del suo progetto Nuno Milano, dei suoi valori, delle sue passioni e di come crea i suoi capi unici.

Hai sempre pensato di fare la stilista?

La risposta è no perché, fondamentalmente, non penso di essere una stilista. O quanto meno non amo definirmi tale, piuttosto lascio che lo facciano gli altri se hanno bisogno di mettermi un’etichetta.

Penso di avere un problema con il concetto di moda e, di conseguenza, con il ruolo dello stilista…
Non ho ancora trovato la definizione corretta per me, per il momento possiamo dire che sono una feltraia o potremmo dire una “feltrista”, una feltraia/stilista.

Disegnare è quello che ho sempre voluto fare, da che ne ho memoria.
Avevo quella che si dice una “buona mano”!
E in qualche misura è quello che ho fatto, essendo stata, per oltre vent’anni, un grafico pubblicitario.

Ma c’è un altro dettaglio, che suona un po’ come un presagio: la mia vita si è sempre intrecciata con i fili di gomitoli di lana, sin da molto piccola, con i ferri da maglia e l’uncinetto, impegnata a sferruzzare per fare i vestiti per la Barbie sotto l’occhio vigile di mia nonna. Forse era già scritto nelle carte del cosmo.

Quello che è certo è che il mio background nel mondo della grafica è stato determinante per poter approcciare il lavoro creativo e artigiano in modo diverso dal solito, più strutturato, partendo sempre da un progetto.

piano di lavoro di Nuno Milano

E quindi quando sei diventata una "feltrista"?

I primi segnali risalgono all’autunno del 2015 e lo sono diventata per puro caso.
Stavo cercando un tutorial online, per una mia amica, doveva fare delle ciabatte in feltro.
Navigando mi sono imbattuta in un video che mostrava come fare il “nunofeltro”.
Letteralmente una folgorazione!
Non potevo credere che due elementi così diversi come delle fibre di lana e uno chiffon di seta, manipolati con acqua e sapone, potessero fondersi e diventare altro, qualcosa che non esisteva, qualcosa di unico.

Ho dovuto provare immediatamente, sperimentare, capire come avveniva la magia.
È stato irresistibile.
Sono nate le prime sciarpe, le prime stole, le cose più facili da realizzare.
Se riguardo le foto di quei tessuti inorridisco e non mi spiego come potessero piacere tanto!
Ma questo mi dice quanto io sia cresciuta, tecnicamente e professionalmente, in questi anni. E così, ad inizio del 2016 ho deciso che avrei fatto il salto nel buio, che avrei lasciato il mio lavoro di creativo per dedicarmi al nunofeltro.
Di fatto però è stato l’incontro con una vera stilista che mi ha portato sulla strada dell’abbigliamento, della “moda”.

 

E NUNO? Quando è nato?

È nato, ufficialmente, il 13 marzo del 2017, quando ho aperto la mia impresa.
Condividevo, da qualche tempo, uno spazio in co-working con una stilista di abiti da sposa, che in passato aveva prodotto una sua linea di abbigliamento.

È stata naturale l’influenza che ha avuto su di me perché, pur non essendo mai stata una “fashion lover”, mi è sempre piaciuto cucire, ricamare, maneggiare tessuti e stoffe.

Se guardo indietro però mi rendo conto che il mondo della moda ha comunque influenzato la mia crescita professionale, anche come creativo. Una delle prime agenzie in cui ho lavorato, a Torino, aveva come clienti, quasi esclusivamente, brand di moda molto affermati, e di loro ci si occupava a tutto tondo, dal cartellino pendente all’etichetta, dal packaging fino all’allestimento del negozio. Direi una “formazione involontaria” niente male, no?

In sei anni la produzione Nuno è cresciuta tantissimo, in termini di quantità e, soprattutto, di qualità. Non esiste una scuola che ti insegni a fare il nunofeltro, ogni miglioramento, ogni conquista, è frutto solo della pratica e della sperimentazione e anche del fallimento, costanti e continui, ogni giorno.

 

Perché invece la scelta di fare capi unici?

Più che una scelta è una logica ed inevitabile conseguenza.
In primo luogo per via della tecnica manuale ed artigianale con cui si producono i tessuti e poi perché non esiste nulla di più “castrante”, per un creativo, che fare due cose uguali!
Ma fondamentalmente è la tecnica che mi impedisce di poter fare due tessuti uguali. Forse simili, ma mai identici, impossibile.

Se poi ci guardiamo intorno siamo invasi da prodotti e capi d’abbigliamento omologati e appiattiti, che rispondono a bisogni superficiali e consumistici, perché dovrei mettermi a fare quello altri fanno già e magari lo fanno meglio di me?

 

dettaglio qualità capi Nuno Milano

Che cos’è quindi la moda, per te?

È un mondo che ho sempre guardato con un po’ di diffidenza, con molto distacco.
Forse perché non ho mai subito il fascino delle tendenze nemmeno da giovane, non mi è mai interessato sapere cosa proponesse questo o quello stilista (a parte Jil Sander…), quale fosse il colore del momento. E anzi, ho sempre odiato l’idea di far fatica a trovare un capo di un certo colore solo perché qualcuno ha deciso che per quella stagione i colori erano altri!

A chiusura delle sfilate, ad ogni stagione, si sentono discorsi degli stilisti sull’affermazione della propria personalità, del proprio stile, sull’unicità delle persone, ecc salvo poi trovarci, sei mesi dopo, ad indossare tutti gli stessi modelli con gli stessi colori.

Ci sono alcuni capi che ho realizzato, e che realizzerò, che so essere difficili, che devono essere capiti. Ma aspettano solo la loro anima gemella, e prima o poi arriverà.
Per il tipo di produzione che ho è difficile parlare di collezioni “stagionali”,
Io l’unicità non la teorizzo, la pratico.

 

Come descriveresti la tua cliente ideale? Per chi sono i tuoi capi unici?

La donna Nuno non è giovanissima, ha già un bel vissuto sulla sua pelle e ha molto da dire, anche se spesso non lo sa o non sa come fare. Ma la moda serve anche a questo, a trovare e costruire una propria identità. Certo sarebbe meglio farlo scegliendo capi unici, no?!

La mia cliente ha, spesso, passioni creative che pratica come hobby, le piace condividerle con me e io ne sono felice! Mi capita anche che mi mandino immagini d’ispirazione, qualcosa che a loro piace e che pensano possa essermi utile come spunto per le mie collezioni! Sono deliziose.

La cliente Nuno è curiosa, attenta ai principi di sostenibilità e di artigianato di qualità.
Sa che dietro al prodotto che ha acquistato non c’è un risponditore automatico ma una persona, disponibile ad ascoltarla e ad esaudire le proprie richieste. Producendo io il tessuto è abbastanza facile andare incontro a richieste specifiche delle clienti e realizzare qualcosa ad hoc per loro.

Molte di loro sono entrate in atelier come clienti per comprare una maglia e ne sono uscite amiche. È bellissimo. 

 

Come ti ispiri a creare i tuoi tessuti?

Lo racconto spesso a chi mi chiede come realizzo i miei tessuti, perché la scelta di questo o quel disegno. La maggior parte delle volte è assolutamente casuale.

Qualche anno fa ho fatto una capsule di maglie con delle crepe. Il tessuto giocava sul contrasto netto bianco/nero, era molto d’effetto. In quell’occasione l’ispirazione è arrivata mentre aspettavo l’autobus e osservavo il muro di una casa con l’intonaco pieno di crepe.
Quella volta ho capito quanto sia difficile disegnare una crepa realistica!

In un’altra occasione l’ispirazione è arrivata da un portafrutta in ceramica che ho visto in un negozio, era fatto tutto di buchi ma in quel caso era facile, il cerchio è la mia forma preferita, in assoluto.
Una capsule di t-shirt, invece, era ispirata ai mandala perché ho visto mia figlia che ne stava colorando uno.

Spesso invece sono i tessuti su cui lavoro che portano lo spunto, che suggeriscono una certa lavorazione piuttosto che un’altra.
In sostanza non saprò mai quale, quando e come arriverà l’ispirazione ma se “ritarda” vado in giro a cercarla!

 

Hai parlato di sostenibilità. Potresti raccontarci in cosa è sostenibile Nuno?

Certamente! Il tema della sostenibilità è molto attuale, ma è anche un tema molto difficile da affrontare, per le implicazioni politiche e sociali che ha.
Io realizzo tessuti fatti a mano, con acqua e sapone, e ovviamente sono molto attenta ad usare la minor quantità d’acqua possibile, anche se parliamo di poco più di una decina di litri per tessuto.

Non utilizzo macchinari, lo strumento sono le mie mani e le mie braccia, quindi non ho un consumo importante di energia (emetto un po’ di anidride carbonica per l’esercizio fisico ma nulla di che…).

La produzione Nuno è una micro produzione, fatta di capi senza tempo, che hanno un’aspettativa di utilizzo molto lunga, a differenza dei prodotti del fast fashion.

E in ultimo, ma non meno importante, ogni capo Nuno venduto è legato al programma TREINUNO: ricicla, risparmi, rinnova. Il capo usurato viene riportato in atelier, io rinnovo il tessuto in nunofeltro per un nuovo progetto e la cliente riceve immediatamente uno sconto del 20% da spendere su qualunque prodotto Nuno.

 

Dove possiamo trovare te e i tuoi capi unici?

Sicuramente nel mio piccolo atelier in zona Bovisa a Milano, precisamente in via Morghen 24. Che scelta bizzarra, penseranno alcuni, è una zona poco “fashion” per un prodotto di questo tipo.
È certamente vero ma io abito in Bovisa da quando sono arrivata a Milano, venticinque anni fa, ed è diventata subito casa.

È un quartiere con radici molto profonde, pieno di storia, con possibilità di grandi relazioni umane e, in una città come Milano, non è scontato affatto ed ha per me molto valore. Ma è anche un quartiere che vedrà grandi cambiamenti nei prossimi anni ed io voglio essere qui per vederli.

In atelier potere trovare e provare tutti i capi e gli accessori prodotti, toccare con mano i tessuti e, se siete fortunati, assistere mentre ne produco uno. È sempre molto affascinante, soprattutto per chi lo vede per la prima volta.

E mentre beviamo un tè o un caffè, pensiamo al capo che non c’è e che vorreste avere, perché tutto quello che ancora non è stato fatto, si può fare.

Nei prossimi mesi riprenderò con i workshop, così che, chi ha passione per le arti manuali o vuole soddisfare la propria curiosità, possa sperimentare il nunofeltro.
Poi, come tutte le imprese che si rispettino, c’è il sito con lo shop online.
In questo periodo sto lavorando alla nuova piattaforma, che vedrà l’aggiunta di diverse sezioni tra cui quella delle collaborazioni con altri artigiani, professionisti ed organizzazioni, come appunto ZamaLabz, Botteghe e Mercati e Wellmade.

Sono relazioni a cui tengo molto perché portano sempre ricchezza di contenuti, valori ed esperienza. Qui potrete trovare i miei capi esposti su ZamaLabz.

Nell’arco dell’anno partecipo sempre ad eventi di esposizione e vendita, per essere aggiornati su date e luoghi potete seguirmi su instagram @nuno.milano e facebook @nunofeltromilano, o iscrivervi alla newsletter, dal sito, per essere informati e ricevere le promozioni.
Io non amo quando invadono la mia mail di newsletter quindi, contro tutte le leggi del marketing, state certi che riceverete solo quelle necessarie!

 

lavorazione tessuto nuno milano

Hai parlato di workshop, quindi laboratori, non sei gelosa della tua tecnica, delle malizie acquisite con l'esperienza?

No, per nulla, anzi. Ricordiamoci che, come raccontavo prima, io ho imparato i rudimenti da un video online!
Come dici tu è l’esperienza che fa la differenza.
Occorre avere una ottima manualità e aver praticato parecchio per raggiungere certi risultati e, soprattutto, è fondamentale come si approccia il lavoro.

Proprio facendo i workshop, in passato, mi sono resa conto di quanto sia difficile, per chi deve fare un tessuto in nunofeltro, rispondere alla domanda: come vorresti che fosse il tuo tessuto?
A meno che uno abbia una spiccata vena artistica è difficile gestire il colore e la forma nello spazio!

Un altro aspetto molto interessante è che toccare la lana merino, prendersi il tempo necessario per la riuscita del lavoro, avere pazienza in ciò che si sta facendo, è quasi terapeutico, le persone si rilassano molto durante i laboratori.
E poi, essendo fatti di numeri molto ridotti, si crea un clima di convivialità molto piacevole. 

 

Come hai conosciuto ZamaLabz?

Anche qui per caso, navigando sui social. Ciò che ha attirato la mia attenzione è stata la selezione degli artigiani e degli artisti nella piattaforma, oltre che l’impostazione sobria, elegante del sito.
Ne ho navigati diversi, in questo ultimo anno, di “contenitori” digitali che vogliono promuovere l’artigianato italiano, diversi mi hanno chiesto di entrare a farne parte, ma è bastato approfondire un attimo la ricerca per rendermi conto che il concetto di artigianato è davvero molto vago e aleatorio!

Quello che mi è molto chiaro è che voglio stare in spazi virtuali e fisici con colleghi e competitor di livello alto, meglio se sono più bravi di me.
E Zamalabz è questo!

 

Un’ultima curiosità: cosa piace e cosa non piace a NUNO?

Mi piace:
la pastiera napoletana, il Ruché (un vino rosso piemontese), cucinare,
il profumo delle foglie di fico al sole, leggere prima di dormire, osservare le persone sui mezzi pubblici, la sociologia, imparare l’arte e metterla da parte, fare ordine e spazio, ascoltare le persone, lavorare a maglia.
E mi piace tanto dormire!

Non mi piace:
la nebbia, le ostriche, la velocità, la musica country, i romanzi rosa, l’incoerenza, la volgarità, il disordine.

 

Scopri i capi unici di NUNO Milano.

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